Liete di ospitare ed ascoltare un’intellettuale che, alla domanda “Non è un peccato che la poesia sia considerata “arte minore” anche per il mercato editoriale?” risponde:
“Mercato e poesia si prefiggono scopi diversi. Il mercato si prefigge il guadagno, la poesia la ricchezza.”
Vera D’Atri vive nel cuore di Napoli, tra vicoli e chiese antiche, magia di popolo e di cultura, da cui trae forse la forza magnetica e misteriosa del suo verso ed in cui memoria e sogno, passato e presente, elegantemente si fondono.
L’ispirazione feconda non è però lasciata a se stessa, ma modellata da un lavoro attento e caparbio che mira a concentrare i concetti e a farli divenire distillato di vita e di emozioni.
“Il Fortino” è la sua ultima silloge, edita da “Terra D’Ulivi, che affronta il tema di un perimetro minacciato, della separatezza, della descrizione di ogni tensione e di ogni minuzia, come lei stessa afferma.
E’ presente nelle antologie “La giusta collera” edita da CFR, “Alter ego – Poeti al Mann”, Contatti diversi, I quaderni di Movimento Aperto, Scrittura sottovoce e Voci dell’aria, la parola abitata” ed è tra i vincitori del concorso “La vita in prosa 2011” con un racconto edito nell’antologia curata da Ivano Mugnaini e seconda classificata al concorso “Scrivere a corte” sempre del 2011.
Terza classificata al premio Di Liegro 2012 sezione poesia. Sempre per la poesia è finalista al Premio Mazzacurati-Russo delle edizioni d’If 2012-2013 con la plaquette “Tutte donne”.
A maggio 2013 esce la plaquette “Una tenera invadenza” a cura del Libro Aperto Edizioni. Ad ottobre 2013 è finalista del premio Michele Sovente, seconda edizione, sezione poesia inedita. Sue letture presso la biblioteca Nazionale per la manifestazione “Veduta Leopardi”.