La prima presentazione di un libro a L’Acrobata non poteva che essere quella di un testo scritto da un giovanissimo della nostra periferia.
E’ soprattutto ai giovani che è dedicato questo luogo, sono soprattutto loro ad aver bisogno di uno spazio culturale in cui trovare espressione e accoglienza.
Francesco Russo è un rapsodo, più che un poeta, che tenta di ricostruire il pensiero frantumato della poesia stessa e restituire così un racconto in grado di ricucire le separazioni della realtà.
Necessita della scrittura come salvifico strumento di comunicazione, come ponte tra la dimensione interiore che – diversamente – resterebbe inespressa, e il mondo fuori.
Non è un ragazzo che scrive poesie, è un poeta, di quelli autentici, perchè autentica è l’urgenza, la condizione discreta dell’aedo che – laddove manca la voce e si fa lieve il respiro- scaglia fuori di sè la parola scritta, il pensiero illuminante, quel sentire persistente sempre mosso da un irruducibile dolore.
“Poesie della ricucitura” è la sua ultima e necessaria silloge (Terre d’ulivi edizioni, 2007)
Francesco Russo è nato a Napoli nel 1996. Si è diplomato al liceo scientifico del suo paesino e hasuccessivamente intrapreso un nuovo percorso universitario di stampo filologico e letterario. Pubblica un suo primo lavoro nel 2015, Ai bordi della strada, per la “Temperino rosso edizioni”; alcuni suoi testi sono stati antologizzati.
Interviene: Cristina Musciacco, docente di filosofia.