“VIAGGI TRA LE RIGHE”, la rubrica del venerdì dedicata agli adulti.
Il bel viso della bambina Giovanna si è trasformato, sta diventando quello di una brutta malvagia adolescente. Ma le cose stanno proprio così?
E in quale bisogna guardare per salvarsi?
La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale.
Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.
L’estratto:
«Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che
ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento
che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto,
in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto — gli spazi di Napoli, la luce
blu di un febbraio gelido, quelle parole — è rimasto fermo. Io invece
sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste
righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente,
niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a
compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo
momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è
soltanto un dolore arruffato, senza redenzione».
L’ultimo attesissimo lavoro di Elena Ferrante, edizione E/o.